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IN MEMORIA DEI TEMPI ANDATI

 

La collezione Tardioli ad Assisi (Pg) è animata dal ricordo delle macchine che venivano usate nell’azienda di famiglia

 

• di Francesco Bartolozzi

 

Quando si parla di Assisi, si pensa istintivamente a pace e serenità. Non può essere altrimenti, trattandosi della terra di San Francesco e Santa Chiara. Sentimenti che anche gli assisani cercano di trasmettere ai turisti che numerosi giungono da queste parti. Così, alle pendici del monte Subasio si ispira a questi sentimenti anche l’Hotel Ristorante da Angelo, che dall’anno della sua inaugurazione, il 1955, ancora oggi porta il nome del figlio maggiore della famiglia Tardioli proprietaria della struttura. Oggi Angelo purtroppo non c’è più e l’albergo ristorante, assieme alla piccola attività agricola ancora presente (derivata dalla famiglia della mamma Giuseppa Panzolini), viene gestita dai figli Gianfranco e Giampaolo Tardioli, figli di Alberto (fratello minore di Angelo). Da qualche anno, in Gianfranco è scattata la voglia di rimettere in funzione alcuni vecchi trattori delle due famiglie, con l’aiuto del fratello, dando vita a una preziosa collezione in realtà già avviata proprio dallo zio Angelo e parte della quale è visibile proprio presso il ristorante. «Non ricerchiamo dei pezzi particolari – spiega Gianfranco – ma in alcuni casi si tratta di macchine che erano di proprietà della nostra azienda agricola o di terzisti che venivano a lavorare la nostra terra».

 

Trentacinque trattori

E così, si contano attualmente 35 trattori in collezione (assieme a una locomobile, due mietilega, tre trebbie, uno sgranatore, una sfogliatrice e una motofalciatrice), di cui già 20 sono omologati Asi (Automotoclub Storico Italiano). Anche perché Gianfranco è uno dei commissari Asi per le macchine agricole, così come è socio Gamae e vicepresidente dell’Automotoclub Storico Assisano. «Come commissario Asi sono coinvolto in prima persona nell’ottimizzare le pratiche per l’omologazione dei trattori d’epoca. Non è un percorso facile, ma cerchiamo di far sentire anche la voce dei collezionisti di macchine agricole d’epoca e non solo di automobili e moto storiche». Descrivere in poche paginne tutte le macchine di Tardioli è ovviamente impossibile, per cui cerchiamo di individuare quelle più importanti e invitiamo gli interessati a consultare il sito www.trattoridepoca.com per vedere la collezione completa. «Il sito Internet risale al 2004 – raccontano Gianfranco e Giampaolo – e funziona anche da bacheca per annunci di compravendita. Conta 400 iscritti (l’iscrizione è obbligatoria per inserire gli annunci) e riceve una media di 200 visite al giorno, anche da collezionisti stranieri ». Torniamo alla collezione e cominciamo con l’ultimo acquisto, che è anche il pezzo più vecchio. Una locomobile OM del 1918, 12 cavalli, trovata casualmente in provincia di Arezzo, anche se «mio padre – precisa Gianfranco – dopo averla vista, si è ricordato che era lo stesso modello che veniva a lavorare in azienda con la trebbiatrice quasi 70 anni fa». Come trattori, Landini è un marchio caro ai Tardioli. In particolare un Velite prima serie del 1936, totalmente originale (fanali, radiatore, ruote in fusione eccw.) e acquistato a Pontinia (Lt), un L45, che ogni anno alla festa di luglio (vedi riquadro) aziona la trebbiatrice per il grano, e un R25, l’ultimo con motore Landini prima che la casa di Fabbrico optasse per il Perkins. Rimanendo in Italia, da segnalare anche un Oto Melara C25 R4, trasformabile in cingolato e ancora da restaurare, un Same SuperCassani DA 38 preserie con trazione sulla destra (mentre i modelli successivi ce l’hanno a sinistra) e un Balilla Motomeccanica, ancora incompleto. «La scritta originale Balilla fatta in onore del regime negli anni Trenta – racconta Gianfranco – era in rilievo. Quando abbiamo preso il trattore, questa scritta era stata evidentemente eliminata con una smerigliatrice, probabilmente perché, finita la guerra, si temevano ritorsioni. Io ho cercato di rifarla, ma andrebbe riprodotta in rilievo». Sicuramente particolare l’Allis Chalmers “trasformato”. «Fa parte della storia della nostra azienda – spiega Gianfranco – nel senso che la sorella di mia nonna ha sposato un terzista che aveva due di queste macchine (l’altra è al museo di Gualdo Cattaneo da Francesco Angelelli). Il telaio è Allis Chalmers, le ruote sono state messe in gomma e manca il motore originale. Al suo posto c’è un OM Taurus a 16 valvole. Ovviamente non ha valore economico, ma soltanto affettivo». Al posto di questo Allis Chalmers la famiglia comprò poi un Fiat 80R: «Era un “mostro” – commenta Gianfranco – la macchina più imponente a quell’epoca, nel 1961. L’ho trovato così e non l’ho modificato, ma alcune cose come il sollevatore posteriore non sono originali». Ultime “chicche” italiane che segnaliamo sono un Ferrari F8 del 1956, un Torello (il numero 17 della serie) costruito da Raimondi Costruzioni Meccaniche nel 1948 per la Attim e un Ansaldo Fossati FB4R del 1957, con motore a due cilindri e 4 pistoni contrapposti della Isotta Franchini e Motori Breda.

 

Non solo marchi italiani

Passiamo ai marchi stranieri. A parte un Fordson F del 1923 (“salvato” dalla rottamazione negli anni 70 da uno zio della mamma, per 75mila lire), un Fordson Major da 41 CV e un Fordson N del 1930 («modificato appositamente per far funzionare le trebbiatrici – racconta Gianfranco – e originariamente grigio, ma io l’ho sempre visto di colore giallo e non ho voluto cambiarlo »), merita una citazione particolare il Minneapolis UTU a tre ruote, preso ad Alessandria. «Era in condizioni pietose e per rimetterlo a posto sono diventato matto. Questi modelli sono arrivati in Italia con il piano Marshall e dicono che ne siano stati importati 600. In molti, però, è stato montato il motore diesel Perkins, mentre questo ha ancora il motore a petrolio a quattro cilindri». Infine, sono presenti dall’Austria uno Steyr 180 prima serie del 1950, detto anche rospo o tartaruga, dall’Irlanda un David Brown Cropmaster Diesel 25 cavalli e dall’Ungheria un testacalda HSCS (Hofherr Schrantz Clayton Shuttleworth) GS35. Tutte le macchine di Tardioli sono in ottimo stato (a parte ovviamente quelle ancora da restaurare), funzionanti e rimesse a posto dal punto di vista meccanico proprio da Gianfranco, mentre per la carrozzeria si affida alle mani di un amico. «Continuiamo tuttora a collezionare – conclude Gianfranco – ma devo ammettere che ultimamente abbiamo rallentato. In parte perché lo spazio a disposizione è quello che è (stiamo allestendo un nuovo capannone, maci vorrà tempo) e in parte perché è sempre più difficile trovare macchine a un prezzo accettabile. Oggi sembra che tutti possiedano un tesoro e le cifre che si chiedono sono sinceramente assurde».

 

TRATTORI IN FESTA

La passione dei Tardioli per le macchine agricole d’epoca non si è concretizzata solo con la collezione, ma li ha portati a organizzare ogni anno anche una festa, chiamata “Trattori in festa” nell’azienda agricola di proprietà Panzolini a Bastia Umbra (Pg), per rievocare mietitura, trebbiatura e aratura degli anni che furono. «Con l'arrivo dell'estate – ricorda Giuseppa Panzolini, mamma di Gianfranco – il grano raggiungeva la sua maturazione e tutti erano in fermento per decidere quando iniziare la mietitura. Finita la quale, si faceva nell'aia il barcone e le “gregne” (i covoni, ndr) venivano trasportate su di un carro trainato dai buoi in attesa del turno della trebbiatura. La stessa manodopera che si scambiava tra vicini per i lavori nei campi, si scambiava anche tra le donne per lavorare in cucina. C'era tanta armonia e collaborazione tra vicini che a pensarci oggi è soltanto un ricordo nostalgico. Una grande festa, insomma. Soprattutto se il raccolto era abbondante, tutti esprimevano soddisfazione, dopo un anno di dure fatiche si riempiva il granaio e per un anno si stava tranquilli. Poi, le macchine hanno sostituito il duro lavoro dell'uomo e oggi siamo qui a rievocare quei tempi lontani». In questa occasione Gianfranco mette a disposizione tutte le macchine presenti nella sua collezione, assieme a quelle di alcuni amici. Per capire veramente l’atmosfera che si respira in questa festa (per l’edizione 2009 è tra l’altro disponibile un dvd realizzato da Pietro Bersani, che può essere richiesto a Gianfranco tramite il sito internet), non perdetevi il 17 e 18 luglio 2010 la quinta edizione, organizzata da Gianfranco in collaborazione con l’Automotoclub Storico Assisano.

 

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