Rassegna stampa Soci

 
 

 

UNA PASSIONE EREDITARIA

 

I fratelli Vinsani nel Reggiano hanno raccolto il testimone dal padre Delfino, uno dei soci fondatori del Gamae

 

• di Alessandra Ferretti

 

Collezionisti e restauratori allo stesso tempo. Un mix vincente per chi ha la passione per i motori, quelli originali, scovati nelle campagne, magari sepolti sotto attrezzi dismessi o coperti da rovi, nei magazzini di una parrocchia o ben conservati da chi ancora li usa.

 

I fratelli Riccardo e Valerio Vinsani, titolari di un'autofficina a Castelnovo Sotto (Re), hanno ereditato dal padre Delfino l'amore per i motori. La collezione, che oggi si compone di 15 pezzi tra trattori e motori d'epoca, destinati al mondo agricolo e industriale, ebbe inizio per caso. Delfino era infatti un commerciante di carni. Un mestiere che apparentemente nulla aveva a che fare con la meccanica agricola. Ma i molteplici viaggi, intrapresi per necessità professionali attraverso l'Italia e l'Europa, lo misero a contatto con questo mondo. E il passo fu breve. In poco tempo quel commerciante di carni divenne non solo collezionista selettiva e competente, ma anche uno dei fondatori del principale e più organizzato club del settore delle macchine agricole d'epoca, il Gamae. Fu proprio a casa di Delfino che si riunirono i primi amici e amatori, che volevano dare maggiore risalto e organizzazione all'hobby dei collezionisti di macchine d'epoca, fino ad allora lasciati a sé e poco coordinati.

 

Sempre al suo fianco, Riccardo e Valeria impararono dal padre tutti i segreti del mestiere e, dopo la sua scomparsa, ne raccolsero il testimone. A fianco della loro autofficina hanno eretto un capannone che raccoglie la collezione. Qui, nel fine settimana e nel tempo libero, i Vinsani, insieme all'amico e collaboratore fidato, Luca Benassi, detto "Erman", di professione metalmeccanico, restaurano, lucidano e verniciano, in media, un trattore all'anno. «II pezzo più importante e più antico - spiega Riccardo - è la locomobile Enrico Boldrini motorizzata Mietz & Weiss a testa calda, brevettata nel 1897, costruita a New York intorno al1906 e carrellata in Italia. La locomobile, con potenza al volano di 4 CV, alimentata a petrolio o nafta per l'avviamento e a olio combustibile o paraffina per il funzionamento, dispone di un timone da traino per animali». «Trovammo il pezzo fortuitamente attraverso il marito di una nostra zia materna, che, vista la collezione, informò nostro padre di una vecchia macchina agricola dismessa, conservata nel fienile terremotato di una parrocchia presso Norcia (Pg). Ma le trattative durarono ben quattro anni, perché una volta dimostrato il nostro interesse, la parrocchia non voleva più cederla».

 

I trattori stranieri...

A campeggiare nel bel mezzo del capannone dei fratelli Vinsani è il trattore cingolato "International Harvester" modello TD40 alias " il bue rosso". «Era chiamato così - ci spiega Valerio - nelle zone dove è stato recuperato. Costruito dal 1934 al 1939 negli States, di 6 tonnellate di peso, potenza alla barra di 44,7 CV e alla puleggia di 50,7 CV, 7.460 cc di cilindrata, 5 marce in avanti e una retro, necessita di un avviamento manuale tramite manovella. Funziona con due sistemi di alimentazione distinti: ciclo otto per l'avviamento e ciclo diesel a iniezione diretta per il funzionamento normale». Dalla provincia di Alessandria è arrivato il Lanz Bulldog modello HR5 15/30, trattore di origine tedesca, costruito a Mannheim tra il 1929 e il 1935. «Lo abbiamo trovato - riferisce Riccardo - in un vecchio rudere, sepolto fino a metà a seguito delle alluvioni. Otto mesi per restaurarlo e ora è un pezzo forte della collezione».

 

Il Lanz Bulldog, monocilindrico a testa calda, 10.300 cc di cilindrata, 15 CV di potenza alla barra e 30 alla puleggia, funziona a nafta e olio pesante e ha una trasmissione con tre velocità avanti e una retromarcia. «II nostro ultimo acquisto - racconta ancora Riccardo - è il Minneapolis modello 17-30, costruito tra il1919 e i11929: uno dei primi trattori americani con il radiatore tutto avanti, funziona a benzina e cherosene, il motore è trasversale a quattro cilindri, ha tre marce avanti e una retro, una potenza di 17 CV alla barra e 30 alla puleggia». Nella scuderia Vinsani si può ammirare anche un trattore Fordson modello F, prodotto negli States tra il1917 e i11929, di 4.120 cc cilindrata e 22 CV di potenza. "magnete a scatto, che ne permette l'accensione, e il regolatore centrifugo sono un'applicazione di fabbricazione italiana, in sostituzione del volano magnete che generava tensione per il sistema d'accensione originale a bobine e martelletti . «Questo trattore - spiega Valerio - si impennava facilmente, trainando l 'aratro, a causa dell'errata geometria dell'attacco di traino, poi modificata, e poteva causare incidenti all'operatore». Riccardo e Valerio recuperano le informazioni relative alle macchine dalla letteratura dell'epoca, anche recandosi di persona all'estero. Di recente sono stati in Belgio, Francia e Germania, Paesi tra più forniti di materiale.

 

...e i made in Italy

Dopo i modelli stranieri, passiamo ora alle macchine made in Italy, come il trattore Orsi modello Super 45, anno 1932, 10.332 cc cilindrata e 45 CV di potenza. «Ha un sistema di raffreddamento ad acqua - spiega Riccardo - circolazione a termosifone con ventilazione forzata delle masse radianti, tre marce avanti e una retro, motore testa calda. Una curiosità: il t rascinamento del motore durante l'avviamento veniva effettuato tramite il volante di guida che si sfilava dal piantone per l'occorrenza, per poi essere riposizionato per la guida. È una caratteristica comune ai modelli Lanz Bulldog con i quali il trattore Orsi ha molte altre similitudini». Immancabile un modello Fiat, per la precisione il 700 DV. Con 30 CV di potenza e 3.970 cc di cilin - drata, è stato prodotto negli stabilimenti di Modena dal 1942 al 1950. Queste macchine, come tante altre, nei periodi di difficile approvvigionamento di petrolio, venivano prodotte con sistemi di alimentazione che permettevano loro di adattarsi a diversi carburanti, anche a metano e gasogeno a legna. «Quello che manca al nostro settore - conclude Riccardo - è un museo in cui esporre temporaneamente le macchine.

 

Partecipare alle sfilate, come usava un tempo, non è più possibile, sia per i costi che per limiti legati alla sicurezza nel muovere macchine di tali dimensioni » . Tra le sfilate cui hanno preso parte i fratelli Vinsani, la festa per il centenario di Landini a Verona (1984), l'Eima a Bologna (primi anni 90), la mostra internazionale di Castelnovo Sotto nell'ambito della fiera dei cavalli (1987-1993) e il 1500 anniversario della nascita del motore a scoppio a Lucca (2003). Completano la collezione dei trattori un Lugli modo Lilliput (anni 50, in fase di restauro) e un Field Marshall (anni 1949-52, potenza 40 CV, cilindrata 4 .872 cc, i comandi a pedale d i questa macchina prevedevano una scomoda frizione a destra e i pedali dei freni indipendenti a sinistra).

 

Oltre a una sgranatrice mais Suzzara (anni 20) e a una falciatrice trainata Aebi (Svizzera, anni 30), la scuderia Vinsani annovera anche alcuni pregevoli motori: Mietz &Weiss, Ing. Oreglia Piacenza (anni 40 circa), Schluter (su cui sono in corso ricerche per accertare marca e modello) e Triumph diesel.

 

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