Fiat

La Fiat, nata per costruire automobili, inizia ad occuparsi di trattori nel 1918: il 21 di agosto di quell’anno infatti, nella campagna di Nichelino, nei dintorni di Torino, alla presenza del sottosegretario all’agricoltura onorevole Valenzani e di Giovanni Agnelli, si svolge una dimostrazione di aratura con il trattore modello “25 HP”, in seguito chiamato 702. Questo modello, con le sue varianti 702A, 702B, 702BN e 703, 703B e 703BN, è un mezzo meccanicamente moderno costituito da un motore derivato da quello del camion 18 BLR, a 4 cilindri di 6.235 cm3 sviluppante all’inizio 25 cavalli a 800 giri, sino a raggiungere i 38 cavalli nella versione 703BN.

I primi modelli sono predisposti per l’avviamento a benzina e il funzionamento a petrolio. In un secondo tempo, la Fiat brevetta uno “speciale apparecchio per il funzionamento a nafta (gasoil) che può essere applicato sulle trattrici già in circolazione con la sostituzione del carburatore, del collettore e del tubo di scarico eseguito”.

Fiat 40 Boghetto

Fiat 40 Boghetto

Inizio produzione Anno 1939

Per la serie 702, le marce sono 3 (velocità da 3 a 6,6 chilometri l’ora) più retromarcia e il peso è di 2835 chili. I modelli con sigla 703 variano dai precedenti per “due riduttori epicicloidali racchiusi nei mozzi delle ruote motrici e comandati dagli alberi differenziali della trattrice…Essi possono essere esclusi dalla trattrice per mezzo di due innesti fissi, che vengono forniti assieme alla trattrice e che si possono mettere a posto in pochi minuti. La trattrice in questo modo possiede la velocità del Tipo 702B che sono sufficienti per poter eseguire tutti quei lavori in cui non si richiedono gli sforzi enormi d’aratura in terreni duri e a grandi profondità”. In effetti lo sforzo di trazione passa da 2000 a 3000 chilogrammi e il peso sfiora i 3400.

La famiglia 702-703 resta in produzione sino a oltre il 1925 per complessivi 2097 esemplari.

Come aveva già fatto a suo tempo Henry Ford, la Fiat si rende conto che non si possono costruire trattori e automobili nello stesso stabilimento e, come conseguenza, trasferisce la produzione a Modena, al centro della regione dove sono più vive le spinte verso un rinnovamento dell’agricoltura. Alla OCI (Officine Costruzioni Meccaniche) di Modena, di proprietà Fiat, viene realizzato il trattore della seconda generazione. Progettato a Torino, il Fiat modello 700 viene commercializzato nel 1928 e resta in produzione, nelle varie versioni sino al 1950 per complessivi circa 7 mila esemplari.

Fiat 25 RD

Fiat 25 RD

Inizio produzione Anno 1953

Dagli stabilimenti OCI esce nel 1932 il primo cingolato agricolo europeo costruito in serie. Sulla base di questo modello, nel 1939 vede la luce un trattore con motore policarburante, nel senso che può bruciare di tutto, dalla benzina, al petrolio, alla nafta sino all’olio di palma e di ricino. Si tratta di un motore che l’inventore professor Fortunato Boghetto definisce a “carica stratificata”. Il segreto è racchiuso nella particolare camera di combustione di forma cilindrica allungata, con una imboccatura biconica simile a una Venturi, disposta eccentricamente con una certa inclinazione rispetto all’asse del cilindro. In alto è sistemato un iniettore tarato a 90 – 95 bar e lateralmente una candela di accensione. Il principio viene accantonato durante il conflitto, poi abbandonato nel dopoguerra per il dilagare del diesel veloce.

Finita la Seconda guerra mondiale, il gruppo torinese realizza i trattori della rinascita. Il modello 600 a petrolio (a ruote e a cingoli), e il modello 50 a cingoli con motore diesel a iniezione diretta, rappresentano il trampolino che permette all’azienda torinese di entrare nel settore con tutto il suo peso finanziario e industriale.

Fiat 700 C

Fiat 700 C

Inizio produzione Anno 1932

Nel 1952 la fabbrica dei trattori OM che appartiene alla Fiat dall’anteguerra, viene integrata con la produzione OCI: nascono le famiglie che faranno registrare “tirature favolose” come la 25, la 18 (“la Piccola”), la 11 (411, 211, 311), e che lanciano l’azienda a livello mondiale grazie all’esportazione, alla concessione di licenze di costruzione e alla produzione per altri marchi. Dopo i trattori, le macchine per la raccolta : l’azienda torinese acquista all’inizio degli anni ’80 alcuni nobili costruttori del settore come Laverda, Hesston, Braud, Claeys.

Nel 1991 la Fiat acquista la Ford-New Holland e diventa il più grande costruttore mondiale di trattori. Il 17 agosto del 1999 la nuova azienda che si chiama New Holland, acquista la Case-International Harvester, diventando così la più grande impresa mondiale di trattori e macchine agricole.

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